Recensione: La città degli incontri proibiti di Carolina De Robertis

Questo romanzo di Carolina De Robertis è profondo ed emozionante come pochi! Un inno alla forza delle donne.



Trama.
Buenos Aires, 1913. Leda ha diciassette anni quando scende dal piroscafo dopo il suo lungo viaggio. La folla del porto la spinge da una parte all'altra del molo mentre lei, accanto al suo baule, attende che qualcuno venga a prenderla. Il baule custodisce qualche ricordo e un prezioso violino, l'ultimo dono di suo padre prima di farla partire dall'Italia. A Buenos Aires la aspetta Dante, l'uomo che ha sposato per procura. Leda attende fiduciosa, perché non sa che Dante non verrà mai all'appuntamento. E’ morto pochi giorni prima, e l'unica cosa che ha lasciato alla sua sposa è un armadio pieno di abiti da uomo. Leda ora è sola in una città sconosciuta, brulicante di persone, luci e musica. Una musica proibita, che le donne non possono ascoltare. Leda deve sopravvivere e capisce che c'è una sola cosa da fare. Tagliarsi i capelli, vestirsi da uomo e trovare una nuova vita grazie al suo violino. Inizia così un viaggio tra le fumose sale da ballo della Buenos Aires di inizio secolo e i vicoli più oscuri di una città ruvida e sensuale, che non dorme mai. Perché Leda suona divinamente e soltanto seguire la musica che vibra dentro di lei potrà salvarla.

La mia opinione.
Questo magnifico romanzo tratta con fluidità ed intensità vari temi, a partire dall'immigrazione italiana verso l' Argentina nel 1900. Leda è una di loro, una semplice ragazza che ha vissuto la propria vita in un piccolo paesino del Sud Italia e che da un giorno all'altro si ritrova in un Paese lontano, di cui non conosce la lingua, gli usi e i costumi. Ad attenderla solo il giovanissimo cugino-marito ma al suo arrivo scoprirà che è morto. Ed ecco un nuovo importante tema fuoriuscire dalle pagine: la condizione della donna. Leda, sola e vedova dovrebbe tornare a casa, ma non ha la minima intenzione di tornare a quella vita soffocante, decide di vivere finalmente! 
"Voleva il respiro di quella città nei suoi polmoni, poco importava che fosse pericoloso,poco importava la storia della brava ragazza che se ne sta chiusa in casa con ago e filo finchè non riesce a tornare nel suo villaggio natio, lei voleva la libertà, voleva assaporare quel posto anche a rischio che la uccidesse."
Così con coraggio, prende in mano la sua vita, decide di non seguire il percorso già segnato destinato ad una donna sola e vedova. Ed è a quel punto che si ricorda dell'unica cosa che ha portato con sè dal Italia: il violino. Leda sa suonare il violino magnificamente, meglio di un uomo ma una donna che suona il violino non sarebbe accettata. La giovane non si fa scoraggiare, con i vestiti lasciati dal cugino si travestirà da uomo e inizierà una nuova vita, vivendo di musica. Attraverso le avventure di Leda come violinista, conosceremo l'Argentina dei bassifondi, delle prostitute, degli immigrati nostalgici e del tango che tutti unisce.
La musica la salva, la fa sentire viva, le fa conoscere l'amore in una forma che mai si sarebbe aspettata e così seguiremo l' evolversi della sua storia fino alla morte che giungerà quando ormai Leda è anziana ed in pace con sè stessa.

Commenti

Post popolari in questo blog

Recensione: I bambini di Svevia di Romina Casagrande

Recensione: Il mio Iraq di Dario Petucco

Recensione: Il primo istante con te di Jamie McGuire